Vuelta a España 2020, il direttore Javier Guillén: “Il Tour è la priorità. Noi possiamo adattarci a diversi scenari”
Gli organizzatori delle corse più importanti sono al lavoro su diverse ipotesi per collocare gli appuntamenti principali nel possibile nuovo calendario. Tra questi, certamente, i tre Grandi Giri occupano un posto fondamentale con Giro d’Italia e Tour de France che cercano di trovare il modo per correre senza perdere lo spirito che accompagna questi appuntamenti. In questo scenario torna a parlare il direttore della Vuelta a España 2020, Javier Guillén, che dopo aver confermato le proprie date, dopo l’indiscrezione che fosse il Giro d’Italia ad essere corso ad agosto e poi aver respinto l’ipotesi di accorciare la corsa, ora confida nella capacità della corsa iberica di adattarsi a soluzioni diverse.
“Stiamo lavorando come se si disputasse normalmente – ha spiegato ad AS – Piano B? Non si tratta di avere un altro piano, perché vediamo che la situazione cambia ogni momento. Abbiamo la convinzione che la Vuelta abbia la capacità di adattarsi a diversi scenari. Ora la cosa più importante è uscire da questa crisi come società. E quello che speriamo è che la Vuelta serva a dimostrare che stiamo tornando alla normalità”.
In queste ultime settimane si sono susseguite diverse ipotesi sulla collocazione delle corse e sul nuovo calendario: “Siamo tutti in attesa ed è normale che l’UCI studi come salvare il maggior numero possibile di gare. Questo è positivo per il nostro sport e sarebbe un trionfo per tutto il ciclismo. Ci sono molte speculazioni che vengono pubblicate in queste settimane e nessuna obbedisce ad un approccio realistico – ha ribadito – In questo momento siamo tutti concentrati sulla realizzazione del Tour de France 2020. È un evento indispensabile per il nostro sport e tutti dobbiamo essere disponibili se ci fosse un cambiamento di date. Siamo a conoscenza del complesso esercizio di riorganizzazione del calendario. Ma né Tour né Vuelta hanno cambiato le loro date oggi. Le date della Vuelta sono ancora quelle e in nessun caso pensiamo a una corsa con meno di 21 tappe“.
Infine un auspicio positivo, nonostante la difficile situazione attuale per organizzatori e team: “È chiaro che è un duro colpo per le gare, per la sostenibilità delle squadre… Stiamo affrontando una situazione sconosciuta e penso che la domanda sia: come usciremo da questa situazione come società? Bene e il ciclismo ce la farà allo stesso modo”.
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